Tutela della proprietà intellettuale e cyber security

Guglielmo Marconi, Francesco Antonio Broccu, Antonio Pacinotti, Joseph Swan, Antonio Meucci.

Alcuni di questi nomi vi saranno sicuramente familiari, altri meno, ma hanno un fattore in comune: sono tutti inventori di oggetti famosi ma che hanno dovuto lottare o si sono visti sottrarre la proprietà intellettuale di ciò che avevano con tanto sacrificio inventato.

tutela proprietà intellettuale

Guglielmo Marconi ha a lungo lottato con Nicola Tesla per vedersi riconosciuta la paternità dell’invenzione della radio.

Francesco Antonio Broccu realizzò tre anni prima il primo esemplare di pistola a tamburo, il revolver, successivamente brevettato da Samuel Colt.

Famosa fu la diatriba tra Antonio Meucci e Alexander Graham Bell per chi fosse il vero inventore del telefono. La guerra dei brevetti si concluse solo nel 2002, con la proclamazione dell’italiano a “inventore del telefono”.

Ma cosa ha a che fare la tutela della proprietà intellettuale con la sicurezza informatica?

Oltre agli episodi sopra descritti, ne esistono montagne legati alla sottrazione di informazioni riservate dagli archivi aziendali, a tutto discapito degli inventori originali. Episodi che si sarebbero potuti evitare se fosse esistito un sistema di protezione della proprietà industriale.

Il patrimonio di abilità, idee, competenze e conoscenze, il cosiddetto know-how aziendale, è per la maggior parte delle piccole imprese italiane riportato su documenti cartacei e oltretutto non adeguatamente protetto. Questa mancanza di consapevolezza del valore del know-how aziendale impedisce per definizione di riuscire a tutelarlo adeguatamente.

Al giorno d’oggi esistono metodi e strumenti che permettono alla concorrenza o a semplici malintenzionati di sottrarre informazioni di valore dagli archivi aziendali, spesso non più solo cartacei, e quindi possibili oggetto di violazioni informatiche attraverso virus o altre tecniche di hacking.

Come tutelare la proprietà intellettuale da hacker e virus informatici?

Lo scambio di informazioni avviene ormai quasi esclusivamente attraverso canali elettronici: smartphone, email, pc, server e sempre più spesso infrastrutture in cloud. Purtroppo non sempre questi strumenti sono sicuri come poteva essere in passato una cassaforte e i pericoli informatici come phishing, virus e malware mettono a repentaglio i dati scambiati dai singoli utenti di qualsiasi tipo di organizzazione: dalla multinazionale alla micro impresa.

Troppo spesso infatti si pensa che i pericoli di un attacco informatico riguardino solamente le grandi multinazionali, sottovalutando il valore dei dati in possesso anche della piccola impresa. Provate infatti a pensare cosa potrebbe fare un vostro concorrente se potesse entrare in possesso dell’elenco dei vostri clienti o fornitori, delle transazioni effettuate o di vostri segreti industriali.

Gli effetti del furto di proprietà intellettuale

furto proprietà intellettuale

Alcune conseguenze della sottrazione di proprietà intellettuale sono facilmente intuibili e con conseguenze economiche misurabili:

  • La richiesta di riscatto dell’hacker;
  • L’intervento tecnico urgente e il ripristino dei dati (sempre che sia presente un backup);
  • Procedure legali legate al GDPR;

Ma il danno non si limita a questo.

Basta immaginare al danno di immagine nei confronti di partner e clienti, il fermo di produzione e quindi il mancato fatturato, o ancora il valore del tempo impiegato per creare il know-how aziendale e dei progetti embrionali che finiscono in mano altrui.

L’evoluzione della tecnologia ha dato indiscusse opportunità sul fronte dello scambio di informazioni, ma ha indubbiamente aperto la strada a nuove vulnerabilità di cui troppi soggetti non sono ancora consapevoli.

L’associazione italiana per la sicurezza informatica Clusit da tempo cerca di sensibilizzare le aziende sull’argomento:

le aziende italiane stanno subendo un’emorragia di proprietà intellettuali, spesso senza neanche accorgersene, a favore di governi e soggetti economici diversi mirati sia a usare le risorse delle aziende per finalità fraudolente che a sottrarre proprietà intellettuali per finalità di spionaggio industriale.

L’adozione di misure di difesa contro attacchi informatici che crescono a vista d’occhio diventa sempre più determinante, per proteggere il patrimonio intangibile ma altrettanto di valore delle aziende.

Come proteggere la proprietà intellettuale da attacchi informatici.

proprietà intellettuale

Processi, brevetti, documenti riservati e la tecnologia stessa possono essere protetti solo con un approccio strutturato. È necessario presidiare tutti gli aspetti della rete aziendale: comunicazioni, dispositivi, siti web e interfacce di accesso agli account aziendali sono solo un limitato esempio.

Il primo passo per strutturare una strategia di difesa contro gli attacchi informatici è l’analisi dello status quo del sistema informatico dell’azienda. Se vuoi effettuare un vulnerability assessment per la tua attività contattami, potrai scoprire quali sono i punti deboli del tuo sistema informatico al fine di intervenire dove necessario. 

Informatica e innovazione.
Parliamone insieme.